Più di cento alberi, di cui venti donati dalla Riserva Naturale Presidenziale di Castelporziano, sono stati installati il 24 luglio 2017 a Roma, nell’area dell’Ex Dogana, che fa parte del complesso dello Scalo di San Lorenzo, una enclave ferroviaria dismessa dal futuro incerto. Dal 2017 l’area, di proprietà della Cassa Depositi e Prestiti, viene affittata dalla struttura Ex Dogana per svolgere attività culturali e concerti. In quest’occasione si è sviluppata la proposta di realizzare un Bosco Temporaneo. I meccanismi sottesi ai comportamenti dei cittadini mettono in luce l’importanza crescente di una domanda di natura troppo spesso sottostimata nelle strategie di sviluppo degli spazi verdi urbani. Il Bosco vuole al tempo stesso rappresentare questa domanda e il primo passo per aprire il confronto sul destino verde dello Scalo e sulla possibilità di un futuro green per San Lorenzo e, più in generale, per Roma. Il Bosco Temporaneo è un progetto che può trasformarsi da temporaneo a stabile, può e deve essere replicato perché è una forma di natura in città capace di favorire le relazioni tra cittadini e natura «avvicinando la natura» e «accompagnando» l’incontro. In attesa dei dati, il Bosco permette di sollevare alcune questioni circa le possibili relazioni tra città e natura. Quali sono le condizioni e gli strumenti che consentono di realizzare in città una natura temporanea quanto indispensabile? Quali forme di natura e per quali obiettivi ? Quali sono i ruoli degli attori locali? Chi è responsabile della diffusione e dell’accompagnamento della natura in città? Quale ruolo svolgono a questo riguardo le piattaforme digitali e i social network? In definitiva la sperimentazione Bosco Temporaneo è ripetibile? Davvero potrà influenzare il progetto delle nuove trasformazioni dando alla vegetazione il ruolo che gli spetta in una logica di rigenerazione sostenibile?

il "Bosco Temporaneo San Lorenzo" un manifesto per la sostenibilità / Fratini, Fabiola; Attorre, Fabio; Micozzi, Agnese; Castelli, Giordana; Palumbo, Luigi; D'Alessandro, Daniela; Agrillo, Emiliano; Emanuele Cambria, Vito. - (2017).

il "Bosco Temporaneo San Lorenzo" un manifesto per la sostenibilità

Fabiola Fratini
Conceptualization
;
Fabio Attorre
Resources
;
Luigi Palumbo
Validation
;
Daniela D'Alessandro
Membro del Collaboration Group
;
2017

Abstract

Più di cento alberi, di cui venti donati dalla Riserva Naturale Presidenziale di Castelporziano, sono stati installati il 24 luglio 2017 a Roma, nell’area dell’Ex Dogana, che fa parte del complesso dello Scalo di San Lorenzo, una enclave ferroviaria dismessa dal futuro incerto. Dal 2017 l’area, di proprietà della Cassa Depositi e Prestiti, viene affittata dalla struttura Ex Dogana per svolgere attività culturali e concerti. In quest’occasione si è sviluppata la proposta di realizzare un Bosco Temporaneo. I meccanismi sottesi ai comportamenti dei cittadini mettono in luce l’importanza crescente di una domanda di natura troppo spesso sottostimata nelle strategie di sviluppo degli spazi verdi urbani. Il Bosco vuole al tempo stesso rappresentare questa domanda e il primo passo per aprire il confronto sul destino verde dello Scalo e sulla possibilità di un futuro green per San Lorenzo e, più in generale, per Roma. Il Bosco Temporaneo è un progetto che può trasformarsi da temporaneo a stabile, può e deve essere replicato perché è una forma di natura in città capace di favorire le relazioni tra cittadini e natura «avvicinando la natura» e «accompagnando» l’incontro. In attesa dei dati, il Bosco permette di sollevare alcune questioni circa le possibili relazioni tra città e natura. Quali sono le condizioni e gli strumenti che consentono di realizzare in città una natura temporanea quanto indispensabile? Quali forme di natura e per quali obiettivi ? Quali sono i ruoli degli attori locali? Chi è responsabile della diffusione e dell’accompagnamento della natura in città? Quale ruolo svolgono a questo riguardo le piattaforme digitali e i social network? In definitiva la sperimentazione Bosco Temporaneo è ripetibile? Davvero potrà influenzare il progetto delle nuove trasformazioni dando alla vegetazione il ruolo che gli spetta in una logica di rigenerazione sostenibile?
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